Come suonare outside: 3 esercizi per la chitarra elettrica

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Se non avete mai ben capito come suonare outside sulla chitarra, ecco a voi 3 esercizi per iniziare ad esplorare questo approccio all’improvvisazione.

Il primo step per iniziare a suonare outside è quello di definire la sonorità sulla quale andremo a improvvisare e, come potrai ascoltare anche nel video associato a questo articolo, il suono è quello del modo Dorico, in particolare quello di La.

Esercizio 1

Il primo esercizio che vi mostrerò oggi consiste nell’usare dei pattern o dei lick estratti dalla scala e, semplicemente, spostarli uno semitono sopra o sotto rispetto alla tonalità di partenza.

Nonostante questo approccio non sia tra i miei preferiti, in quanto è molto meccanico e ripetitivo, può rendere molto bene l’idea del suonare “outside” soprattutto per chi è alle prime armi con questo mondo.

Dunque, se ci muoviamo sulla scala dorica di La (magari usando la prima forma del sistema a 3 note per corda) andremo a suonare outside sfruttando la scala di Bb dorico, esattamente un semitono sopra.

L’effetto all’inizio è molto strano all’orecchio, infatti vi consiglio di approcciare questo modo di suonare con la dovuta calma e gradualità per evitare un sound incoerente.

Il “segreto” sta nel non suonare troppo fuori e per un tempo troppo lungo ma anche nel risolvere in modo corretto tornando all’interno della tonalità, cercando di cadere sempre su delle note che fanno parte di La dorico (in questo caso specifico).

In definitiva, quando suoniamo outside non facciamo altro che aggiungere delle alterazioni alla scala di partenza.

Per essere ancora più corretti, quando suoniamo outside andiamo a “imporre” un accordo o una sonorità che non è esplicitamente suonata. In questo caso potrebbe essere il V grado alterato di La, ovvero E7alt.

Ovviamente questo discorso è ancora più preciso laddove si vanno ad utilizzare delle scale specifiche o degli arpeggi specifici ma il sound dissonante rimane ugualmente.

In questo caso specifico avremo anche delle note “sbagliate” ossia che non sono riconducibili a nulla di realmente corretto da un punto di vista armonico ma, come dicevo poco sopra, la vera differenza la fa la tensione che si crea anche semplicemente spostandosi di un semitono: insomma non conta tanto la “nota sbagliata” quando l’effetto che si ottiene.

Esercizio 2

Nel secondo esercizio che vi mostro in questo articolo andremo a utilizzare gli arpeggi e in particolar modo le tetradi.

La prima triade che vi consiglio di usare è quella di E7 in quanto crea dissonanza ma anche una vera e propria cadenza perfetta (V7 – Im), dunque suonerà da subito in modo molto coerente.

L’effetto sarà meno dissonante rispetto all’esempio precedente perché suoneremo più note che fanno già parte della scala di La dorico. Tuttavia, è il primo step per rendere consapevole questo approccio all’improvvisazione.

La seconda possibilità (una tra le tante) è la sostituzione di tritono, cioè suonare la tetrade che si trova a distanza di una quinta diminuita rispetto alla dominante, o banalmente un semitono sopra rispetto all’accordo risolutivo: in questo caso parliamo di Bb7.

All’inizio potete usare gli arpeggi di E7 e Bb7 individualmente mentre in una seconda fase potrete mischiarli insieme aumentando la dissonanza.

Nel video associato all’articolo potrete trovare li esempi pratici di quanto descritto, oltre agli schemi degli arpeggi sulla chitarra!

Esercizio 3

La terza possibilità è quella di suonare outside senza seguire uno schema particolare, in totale libertà.

Personalmente preferisco un approccio più razionale all’improvvisazione ma talvolta muoversi senza vincoli può portarci alla scoperta di sonorità inaspettate.

Questo è un esercizio che ho estratto da un video di Wayne Krantz, un chitarrista leggendario del panorama jazz-fusion degli anni ’90, primi 2000. Consiste semplicemente nel suonare note “a caso” lasciandosi guidare solo dall’orecchio e dalle sonorità che ne scaturiscono.

Lo stesso Wayne Krantz ammette di avere studiato in passato tantissime possibilità di applicazione del suonare outside ma che ormai si lascia guidare solo dall’istinto e dal “colore” delle tensioni armoniche e ritmiche che vuole dare alle sue improvvisazioni.

È chiaro che possiamo sempre “razionalizzare” le note che stiamo suonando ma il fine dell’esercizio è un altro, cioè quello di bilanciare la nostra parte razionale con quella più musicale e istintiva.

Bene ragazzi, anche per questa lezione è tutto. Vi ricordo di guardare il video associato a questo articolo per avere una visione più completa di quanto trattato sopra.

Buono studio!
Alessandro Lunedì


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Guitar Player , Producer , Teacher
Chitarrista, insegnate e produttore professionista. Da sempre la musica ed in particolar modo la chitarra elettrica sono stati la mia passione, ma grazie a tanto studio e dedizione, sono riuscito a trasformarla in un vero e proprio lavoro.

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